...sulla fenomenologia del virus?
Il codice sorgente porta a decostruire la percezione del reale "il mondo è
ciò che vediamo" manifestandosi nel dominio dell¹immagine attraverso un
testo.
Il linguaggio esoterico della programmazione diventa la matrice (la "mater")
su cui si costruisce l'informazione mediatica. L'IMMAGINE perde la sua
concretezza e si disgrega in codice binario.
Scopriamo che la sorgente del visibile è "codice scritto" e chi ne conosce
le regole può percepirne l'intrinseca eleganza, la forma, sino creare codici
autoreferenziali che si distruggono per "brama di vita". Il virus non ha
altro comportamento se non quello che porta alla sua replicazione, ogni
altra funzione non è che un tributo alla seduzione del "visibile" che lo
muta in semplice vettore di informazione. La malvagità del virus deriva da
una attribuzione di intenzionalità socialmente condivisa. Il virus non ha
alcuna intenzionalità se non negli occhi dell¹osservatore. Il virus si
manifesta nel mondo come codice eseguito attraverso i suoi effetti sul
sistema operativo "ospite", e come codice eseguibile attraverso la sua
bellezza.
Michele Capararo [epidemiC]
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