Il virus d’autore è pronto per infettare la
quarantanovesima edizione della Biennale internazionale
d’arte. Quel codice cifrato che si insinua nella rete
attaccando i computer di tutto il mondo è riuscito a
infilarsi anche a Venezia nella sua performance più
subdola: trasformarsi in opera d’arte. A presentarlo
nell’inedita veste è il gruppo di artisti-programmatori
“EpidemiC”, in collaborazione con gli
“0100101110101101.org”. Reduci dal forum “Salara” di
Bologna, dedicato all’arte digitale, hanno realizzato la
prima mostra di virus informatici. E a Venezia
presentano, a partire dal 6 giugno, un nuovo pericolo di
contagio: si chiama “biennale.py” e si proclama come il
virus più lento del mondo. Le società di software e
anti-virus sono avvertite.
Ma cosa c’è di
artistico in un virus? “E’ un testo sofisticato che
rappresenta un’immagine e al tempo stesso un linguaggio
poetico, con tanto di rifiniture dell’autore”, spiega
Gaetano La Rosa degli “EpidemiC”: “Il virus non è solo
uno strumento nato per danneggiare: è la vera
sperimentazione informatica, più creativa di altre forme
artistiche generate con le nuove tecnologie ed è la
prova dell’esistenza della rete”. Gli “EpidemiC”
propongono quindi una rilettura culturale del virus
considerandolo un vero e proprio prodotto estetico; il
loro manifesto è il sito Internet
www.epidemic.ws.
Così, dopo quasi vent’anni dai
primi tentativi all’Univeristà di Los Angeles, oggi che
in circolazione ce ne sono circa cinquantamila e ogni
giorno se ne aggiungono quindici in più, si scopre che i
virus hanno anche un’anima artistica: è il codice
sorgente, quella sequenza cifrata che ne detta
l’esecutività ordinando di riprodursi e di modificare
altri programmi. A Venezia sarà in mostra il codice di
“biennale.py”: sarà possibile leggere il testo,
sperimentarne il funzionamento su un computer infettato
e i collezionisti potranno addirittura acquistarlo.
L’evento viene presentato nel Padiglione della
Repubblica di Slovenia, che quest’anno patrocina il
progetto “Absolute One” dedicato al rapporto
dell’artista con il processo di globalizzazione: quale
risposta migliore, sul tema, di un virus informatico che
cerca di sopravvivere mettendo alla prova i confini
della rete come una sorta di contropotere globale? Gli
“EpidemiC” non hanno dubbi. E per diffondere il virus
artistico alla Biennale hanno avuto un’idea: per una
volta, responsabili dell’epidemia saranno gli uomini e
non solo le macchine. Sono pronte, infatti, migliaia di
magliette-gadget in onore di
“biennale.py”.
06.06.2001 |