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Un virus infesta la Biennale

Lo avevano annunciato e lo hanno realizzato: il gruppo di programmatori-artisti che risponde al nome di epidemiC ha portato alla biennale di Venezia un nuovo virus informatico come se fosse una forma d'arte.
di Gianmario Massari

MILANO - Si chiama biennale.py ed è un piccolo virus nato per stupire: il suo codice sorgente, il DNA informatico del programma, è noto ed è stato già trasmesso alle società che producono prodotti di sicurezza per preparare le contromosse.

Secondo epimeniC, che ha realizzato il virus in collaborazione con 0100101110101101.ORG, il virus rappresenta l'ultima
tendenza dell'arte digitale che vede nei programmi che infettano i computer un prodotto estetico oltre ad un software informatico.

L'iniziativa del gruppo è una vera provocazione, non a caso sul sito Web, raggiungibile all'indirizzo http://www.epidemic.ws, compare la scritta "That's Art Folks !?", che suona come Questa è arte, gente.

Nel comunicato in cui hanno annunciato l'iniziativa, quelli Epidemic scrivono "Il virus è solitamente considerato il male, il caos. Ma cosa succede quando a diffondere il caos è il tempio dell'arte contemporanea?"

L'obiettivo del gruppo è quello di stupire, ma che fine farà la loro creatura? "la principale ed unica funzione di biennale.py è sopravvivere" dicono quelli di epidemiC anche se il loro programma ha i giorni contati. Il suo codice sorgente sarà esposto e mostrato al pubblico nel Padiglione della Repubblica di Slovenia ma gli antivirus sono già pronti a divorarlo.
Povero biennale.py, nato per stupire è destinato alla graticola: il suo codice sorgente verrà stampato però su migliaia di magliette. Sarà probabilmente  questo l'unico modo in cui il virus si diffonderà: non da PC a PC ma da uomo a uomo. Non a caso quelli di epidemic affermano che "Acquistare un virus informatico è forse uno dei più eccitanti investimenti economici di questi tempi".
È nata la virus-economy?

(10 GIUGNO 2001, ORE 19:00)

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