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Un
virus si infila nella Biennale |
Un gruppo di
artisti e programmatori esporrà un nuovo virus informatico. In
un evento destinato a far riflettere. Il virus potrà essere
acquistato e veicolato da macchine e uomini. Quando il virus
digitale va oltre il codice binario |
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05/06/01 - News - Roma - "Un virus è solitamente considerato il male,
il caos. Ma cosa succede quando a diffondere il caos è il
tempio dell'arte contemporanea?". Con queste parole si
presenta un comunicato stampa in cui quelli di 0100101110101101.ORG e di epidemiC
annunciano una nuova collaborazione-installazione-evento in
occasione della 49esima Biennale d'Arte di Venezia.
I
due gruppi lanceranno, mercoledì 6 giugno, giorno di apertura
della Biennale, il "biennale.py", definito come "un'opera
d'arte e un virus informatico". Il codice sorgente del virus
verrà reso pubblico e diffuso mercoledì dal Padiglione della
Repubblica di Slovenia. Le maggiori società anti-virus e
software house sono già state informate delle specifiche
tecniche di "biennale.py", e al virus verranno allegate le
istruzioni per la disinstallazione.
"I virus
informatici, o programmi autoriproducenti - sostiene il
comunicato - si comportano con il medesimo modus operandi dei
virus biologici: si attaccano ad un "organismo", ossia un
file, per rimanerci e installarvi il proprio habitat,
talvolta, e in casi più rari, per distruggerlo. I virus,
pertanto, si diffondono rispettando perfettamente le leggi
della conservazione della specie e dell'istinto di
sopravvivenza. Un virus è, anzi vuole "esistere",
istintivamente e senza mediazioni, ed è proprio questa la
principale ed unica funzione di "biennale.py":
sopravvivere."
"La creazione di virus tout court -
continua la nota - se si preferisce gratis, senza scopo e
senza finalità, si presenta nella peggiore delle ipotesi, come
testaggio, come sondaggio dei limiti della Rete, ma nella
migliore delle stesse ipotesi essa è invece una forma di
contropotere globale, forma generalmente prepolitica, ma che
si oppone ai poteri forti, li riequilibra, li scompagina e li
riassembla. Si fa strada l'idea che "un virus non sia
semplicemente un virus", ma piuttosto l'irruzione del sociale
in ciò che di più sociale esiste: la Rete."
All'interno
del Padiglione della Repubblica di Slovenia sarà possibile
leggere il codice sorgente di "biennale.py" e testarne il
funzionamento su un computer infettato. Durante i giorni
d'apertura della Biennale i gruppi promettono che
diffonderanno migliaia di tshirt con stampato il codice
sorgente del programma.
"Paradossalmente - avverte la
nota riferendosi alle t-shirt - proprio come i virus
biologici, "biennale.py" si diffonderà non soltanto attraverso
le macchine, ma anche attraverso gli uomini". "Il paradosso si
fa ancora più evidente - spiega il comunicato - se si pensa
che il virus, entità per eccellenza impalpabile e pericolosa,
è in vendita a galleristi e collezionisti particolarmente
spregiudicati. Acquistare un virus informatico è forse uno dei
più eccitanti investimenti economici oggi
realizzabili."
Il progetto "biennale.py" si inserisce
nel contesto del Padiglione della Repubblica di Slovenia, che
quest'anno presenterà il progetto Absolute One. Un progetto
che parte "dalla domanda base su come l'artista possa operare
costruttivamente e rispondere attivamente al processo di
globalizzazione" e offre un segnale forte e carico di
ottimismo "al posto del dilagante fatalismo e all'idea di
inevitabilità". Gli artisti che rappresenteranno la Slovenia
nell'ambito della 49esima Biennale d'Arte Contemporanea di
Venezia, oltre a quelli sopra citati, sono Vuk Cosic e Tadej
Pogacar. Nuovo commissario del Padiglione Sloveno e curatrice
del progetto: Aurora Fonda. |
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